Amalgama dentale e omeopatia

Amalgama dentale e omeopatia

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Amalgama dentale e omeopatia

L’ amalgama dentale contiene mercurio e può rappresentare un problema considerato nei trattamenti con omeopatia. L‘ amalgama dentali è un materiale scuro usato dai dentisti per le otturazioni e composto da mercurio, argento, stagno, rame e zinco. Le otturazioni eseguite con amalgama contengono mediamente 440 mg di mercurio e possono  rilasciare ogni giorno una piccola parte di questo mercurio per fenomeni di abrasione, corrosione, disgregazione elettrolitica generati in cavità orale. I sali dei cibi, le acque gassate, gli acidi alimentari incrementano ulteriormente la disgregazione dall’ amalgama. Il mercurio rilasciato parzialmente si deposita nei tessuti cellulari oppure viene eliminato attraverso le urine e le feci e va ad inquinare l’ambiente in cui viviamo.

Il mercurio contenuto nell’ amalgama dentaria  può essere posto in relazione a tossicità cellulare, neurotossicità, immunotossicità, danni a carico del sistema endocrino, rischi relativi alla fertilità e dello sviluppo embrionale. Studi scientifici sempre più numerosi stabiliscono una certa relazione tra l’impiego del mercurio nell’amalgama dentale e l’insorgenza di patologie infiammatorie, cronico-degenerative concludendo che il mercurio nell’amalgama dentale espone i portatori a rischi per la propria salute. L’alternativa all’ amalgama contenente mercurio è costituita dalle resine composite, dalla ceramica e dall’oro utilizzabili, purché siano testati e bio compatibili con il soggetto che li deve ricevere in bocca. In Svezia, Danimarca e Norvegia è stato bandito l’uso dell’ amalgama. In Germania che è putroppo il maggior consumatore,  sono comunque controindicate dal 1996 sulle donne incinte e nei bambini. L’ omeopatia si è da sempre occupata delle possibili conseguenze nell’ uso di amalgama dentale. La materia medica  del rimedio omeopatico Mercurius  infatti offre più che uno spunto di riflessione sulle possibili conseguenze della presenza di questo elemento nella bocca del paziente. In natura il mercurio non svolge alcuna funzione fisiologica nell’organismo neppure a microdosi. Il danno ambientale da mercurio è ampiamente indagato. Si è  pertanto provveduto ad una certa regolamentazione legislativa di tale carico ambientale. Solo come piccoli esempi di  questa cautela ambientale:  le amalgama dentale è smaltita come rifiuto tossico, i termometri contenenti mercurio sono stati sostituiti da tempo con i digitali,  sfingomanometri  per la misurazione della pressione contenenti mercurio sono banditi e sostituiti con tecnologia più salubre. Il pesce se contiene mercurio oltre un certo limite  non viene considerato idoneo alla alimentazione umana per i motivi sopra indicati.

Alla luce della cautela ambientale nei confronti del mercurio e dell’ amalgama appare ancora più incomprensibile come possa essere  tollerato dalla classe medica quale materiale per le otturazioni nella bocca di molti pazienti. Forse una riflessione sul ruolo del mercurio dovrebbe uscire dalla esclusiva competenza dei medici  di omeopatia e confluire in una cultura medica generale. Il trattamento convenzionale della eccessiva presenza di mercurio da amalgama nei tessuti del paziente è la terapia chelante. Il medico di omeopatia contribuisce però  non poco al trattamento dei danni da carico mercuriale. Significativo nel trattamento con omeopatia  non  è  però solo il rimedio Mercurius, ma anche i rimedi Silberamalgam o Kupferamalgam svolgono un ruolo rilevante.
Nel trattamento delle malattie come conseguenza dall’ uso di amalgama o amalgamopatie sono necessarie però necessarie anche altre misure.  Certamente il primo passo è la bonifica della fonte nella bocca del paziente. Questa bonifica deve avvenire preservando il portatore di amalgama dentale da una maggiore esposizione dovuta propria alle manovre di rimozione. L’uso di una diga in lattice di gomma,  di un aspiratore e di ossigeno durante le manovre odontoiatriche di rimozione è  pertanto indicato.

La diagnosi di malattia da amalgama viene posta non solo  con la semplice verifica sulla presenza di questa tipologia otturazioni nella bocca del paziente. Con un mineralogramma si può verificare quanto mercurio  l’ amalgama ha disperso nei tessuti del paziente portatore. Infatti  la presenza di mercurio nel capello oltre certi limiti ponderali indica in modo inequivocabile la necessita di bonifica e drenaggio. Il trattamento con omeopatia delle malattie da amalgama è  da integrare con efficaci drenanti di omotossicologia. Infatti una attivazione degli organi emuntori, ovvero quelli deputati fisiologicamente alla eliminazione dei tossici è utile.

La nutrizione clinica è altrettanto indicata. Il mercurio è  liberato dalle otturazioni eseguite con amalgama e ingerito con il bolo alimentare proporzionalmente alla acidità della saliva. La nutrizione clinica può indagare strumentalmente una sequenza alimentare  per il paziente caratterizzata da un PRAL ( Potential Renal Acid Load) fortemente negativo per limitare la dispersione di mercurio. Ovviamente questa procedura è indicata  sopratutto prima delle procedure di rimozione delle amalgama.  Oltre un certo limite di mercurio nei tessuti  risulta indispensabile iniziare i trattamenti indicati con una terapia chelante.

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I rimedi omeopatici adottati per la cura dei pazienti hanno generalmente la formulazione di globulo perlinguale. L’ assorbimento dei rimedi avviene pertanto in bocca. La medicina omeopatica  possiede oltre il globulo tutte le altre possibili formulazioni dei suoi rimedi, inclusa l’ omeopatia iniettabile. Questa ultima metodica ha un ruolo importante nel trattamento delle malattie più impegnative e può contribuire a ridurre un eventuale fabbisogno di farmaci per via sistemica. La medicina omeopatica   richiede una conoscenza profonda della materia medica per poter prescrivere rimedi in terapia. Anche la valutazione delle interazioni con altre forme di terapia e la loro necessità per il paziente è compito dell’ omeopata. La medicina omeopatica richiede, esami clinici, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto  somministrare omeopatia è atto medico e deve essere esercitata da un medico competente. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici e presso il Registro dei medici che praticano l’ omeopatia, sono una indicazione per il paziente sulla qualità della formazione ricevuta dell’operatore. Rimedi e la pratica della medicina omeopatica  non si contrappongono alle linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario  stabiliscono con esse una virtuosa sinergia e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.

Dott.Fabio Elvio Farello